KENNY NGUYEN: MOTHER TONGUE

Per Mother Tongue, la sua prima personale alla Sundaram Tagore Gallery di New York, Kenny Nguyen (n. 1990, provincia di Bến Tre, Vietnam) presenta una serie di nuove installazioni scultoree realizzate con strisce di seta. Ispirandosi alla letteratura vietnamita e al simbolismo dei colori, l’artista – oggi residente in North Carolina – esplora le dimensioni emotive e culturali del colore attraverso opere vibranti e materiche. La mostra si svolge in concomitanza con il 50º anniversario della caduta di Saigon e include alcune opere tratte dalla nuova serie White Noise, un progetto che affonda le radici nei ricordi d’infanzia di Nguyen: immagini in bianco e nero della guerra, tratte da fotografie e filmati che permeavano il suo immaginario visivo.

KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE_Encounter Series No. 45, 2025, hand-cut silk fabric, acrylic paint, canvas, mounted on wall, 71 x 109 inches180.3 x 276.9 cm

Cresciuto in una remota piantagione di cocco nel sud del Vietnam, Nguyen si trasferisce a Ho Chi Minh City a 17 anni per studiare fashion design. Dopo una prima esperienza come stilista, nel 2010 decide di lasciare tutto per ricominciare negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia. Conoscendo poco l’inglese, trova nell’arte visiva un linguaggio alternativo, e la pittura diventa per lui uno strumento di comunicazione.

KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE Sundaram Tagore Gallery New York_installation view

La seta – materiale profondamente radicato nella cultura vietnamita – diventa subito protagonista della sua ricerca artistica. “La seta può sembrare fragile, ma è la fibra naturale più resistente che esista. Riflette la resilienza,” afferma. Partendo da questo elemento, Nguyen sviluppa una tecnica unica: taglia a mano la seta in strisce, le immerge in una miscela di colori acrilici e le applica su tele grezze, dove la pittura ancora fresca funge da collante. Il risultato sono superfici tridimensionali, strutturate e al tempo stesso flessibili, modellate in forme ondulate e montate a parete con spilli da disegno.

KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE Sundaram Tagore Gallery New York installation view

I primi lavori di Nguyen erano prevalentemente monocromatici. Con il tempo, però, ha iniziato a infondere nelle sue opere i colori della terra d’origine. Nel tentativo di tradurre certe sfumature, si è scontrato con i limiti lessicali della lingua inglese, riscoprendo invece la ricchezza simbolica del vocabolario cromatico vietnamita: “Usiamo i colori per raccontare emozioni, storia, paesaggio e la vita del nostro popolo. In un certo senso, riflettono l’intero Paese,” racconta. Un esempio è khói lam chiều, che si traduce come “blu fumo della sera”, un tono grigio-azzurro che richiama i cieli del crepuscolo e il fumo che si alza dalle case dei villaggi. Oppure màu lúa chín, il “giallo del riso maturo”, che evoca la stagione del raccolto nei campi.

Nel contesto culturale vietnamita, il colore è anche veicolo di emozioni profonde. Nguyen cita un antico poema che racconta la partenza di un soldato tra i campi di gelso verde smeraldo, osservato da una donna amata. Quel verde, dice, diventa simbolo del dolore della separazione.

KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE Sundaram Tagore Gallery New York installation view (3)
KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE Sundaram Tagore Gallery New York installation view

In mostra, il colore agisce come segno poetico e culturale. Alcune opere sono attraversate da un rosso cremisi tendente al marrone, una tonalità ricorrente nei templi buddhisti e chiaro rimando alla dimensione spirituale. Altre presentano striature rosso-violacee, che richiamano il colore dello xôi, piatto tradizionale vietnamita a base di riso glutinoso cotto con foglie di piante dal pigmento magenta.

KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE Sundaram Tagore Gallery New York installation view
KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE Sundaram Tagore Gallery New York installation view

White Noise, la nuova serie presentata in anteprima in occasione dell’anniversario della fine della guerra in Vietnam, riflette sull’eredità visiva e affettiva di quel conflitto. Le opere, caratterizzate da toni tenui in bianco e nero, evocano le fotografie e i documentari d’epoca che accompagnarono l’infanzia dell’artista, e parlano oggi delle memorie collettive della diaspora vietnamita in America.

Kenny Nguyen: Mother Tongue sarà visitabile fino al 31 maggio 2025 alla Sundaram Tagore Gallery, 542 West 26th Street, New York, Ny 10001. Orari: 10:00-18:00 dal martedì al sabato. info: PH +1 212 677 4520 |  https://www.sundaramtagore.com/exhibitions/kenny-nguyen2

KENNY NGUYEN MOTHER TONGUE_White Noise Series No. 3 (Diptych 1 of 2), 2025, hand-cut silk fabric, acrylic paint, canvas, mounted on wall, 65 x 43 inches165.1 x 109.2 cm

Kenny Nguyen vive e lavora a Charlotte, nella Carolina del Nord. Ha partecipato a mostre in tutto il mondo, tra cui il Sejong Museum of Art di Seoul; il CICA Museum (Czong Institute for Contemporary Art) di Gimpo, nella provincia di Gyeonggi, Corea; Kunstwerk Carlshütte a Büdelsdorf, Germania; LaGrange Art Museum, Georgia; Museum of Contemporary Art di Jacksonville, Florida; Orange County Center for Contemporary Art, Santa Ana, California; e il Rayburn House Office Building, parte del complesso del Campidoglio degli Stati Uniti a Washington, DC. Nel 2024, il suo lavoro è stato protagonista della mostra personale Kenny Nguyen: Adaptations presso il Mint Museum di Charlotte. Attualmente le sue opere sono esposte in Hoa Tay (Mani Fiorite) all’Ogden Museum of Southern Art di New Orleans, una collettiva che presenta artisti di spicco della diaspora vietnamita nel Sud degli Stati Uniti. La mostra commemora il 50º anniversario della Caduta di Saigon. Nel 2016, Nguyen ha ricevuto l’Excellence Asia Contemporary Young Artist Award dal Sejong Museum of Art; nel 2023, è stato nominato per la Joan Mitchell Fellowship; e nel 2024 ha ottenuto l’Asian Art in London’s Modern & Contemporary Art Award per un’opera della sua serie Eruption. Ha inoltre ricevuto numerose borse di studio, premi e residenze artistiche.