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LIFEWEAVE: QUANDO IL DNA DIVENTA ARTE TESSILE. LA STARTUP INNOVATIVA FONDATA DA EMILIO VAVARELLA TRASFORMA IL GENOMA UMANO IN ARAZZI UNICI

| di Susanna Cati |

Trasformare il dato più personale – il genoma – in opere d’arte: è questa la missione di Lifeweave, un’azienda innovativa fondata e diretta da artisti, che si colloca all’intersezione tra genomica e artigianato tessile. L’impresa ha recentemente lanciato un servizio unico al mondo: la trasformazione del DNA umano in opere d’arte tessute a Jacquard, creando manufatti profondamente personali e tangibili, pensati per durare nel tempo.

Il sequenziamento del DNA viene effettuato presso i Broad Clinical Labs, affiliati al Broad Institute di MIT e Harvard, mentre tutti i dati raccolti sono conservati in modo sicuro su Terra.bio, una piattaforma leader nella gestione di dati biomedici. A completare il processo è un software proprietario sviluppato da Lifeweave, che funge da ponte tra arte, scienza e tecnologia.

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Un’opera d’arte destinata a durare, pensata per essere usata, esposta, donata e tramandata. In un’epoca dominata da immagini effimere, oggetti prodotti in massa ed esperienze esclusivamente digitali, emerge un progetto che riporta l’attenzione sulla materialità, l’unicità e la memoria: Lifeweave.

Fondata da Emilio Vavarella, artista e ricercatore italo-americano, l’azienda trasforma il DNA umano in opere tessili d’arte combinando genomica avanzata, artigianato Jacquard e design personalizzato.

Un’impresa artistica e tecnologica, ma profondamente umana: Lifeweave propone un nuovo modo di intendere l’identità e l’eredità personale, traducendo il materiale genetico individuale in arazzi unici e tangibili, pensati per essere vissuti, esposti, regalati e tramandati di generazione in generazione.

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Artista tra scienza e tecnologia, fondatore e CEO di Lifeweave, Emilio Vavarella è dottore di ricerca presso Harvard University e attualmente Assistant Professor di Media and Film Studies al Skidmore College. È stato inoltre l’ottavo Artist in Residence del Broad Institute di MIT e Harvard, dove è nata l’ispirazione per Lifeweave.

I suoi progetti artistici, spesso collocati all’intersezione tra tecnologia, biologia e cultura visiva, sono stati esposti in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, il MAXXI di Roma, il Museo Reina Sofia di Madrid, l’Hermitage di San Pietroburgo, la Photographers’ Gallery di Londra, KANAL – Centre Pompidou di Bruxelles e il Museu de Ciències Naturals di Barcellona. Il suo lavoro è stato recensito e discusso da pubblicazioni internazionali come Artforum, Wired, HuffPost e Mashable.

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