
FRANCA SONNINO THE THINKING HANDS
Dal 19 giugno all’8 novembre Galleria Gramma Epsilon di Atene – Agathonos 6 – presenta la mostra Franca Sonnino: The Thinking Hands, a cura di Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo.
A distanza di tre anni dalla grande antologica, organizzata in collaborazione con il MUACC di Cagliari questa esposizione, curata da Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo, presenta al pubblico ateniese una selezione di opere che vanno dai primi anni ‘70 ad oggi e che restituiscono una chiara visione del percorso artistico dell’artista romana a giusto titolo considerata una delle madri della Fiber Art italiana.

Nei primi anni Franca Sonnino realizza grandi tele dove con acrilico e tempera traccia linee, continue, tratteggiate o puntinate, che si intersecano e si sovrappongono, come in una fitta rete di trame e reticoli. Di pochi anni successivi sono i primi lavori dove l’artista sperimenta l’utilizzo di materiali provenienti dall’universo domestico e afferenti alla sfera femminile come filo, paillettes, merletto, tessuti. A mano a mano il supporto della tela viene abbandonato e il filo prende il posto del pennello. Nei primissimi anni ’80 Franca Sonnino inventa il filo solido, un filo di cotone armato di filo di ferro, con il quale si accinge a disegnare il suo universo in 3D.

Vengono alla luce dei cicli importanti come quello dei Paesaggi, campi coltivati, tetti e paesi, quello dei Mosaici, superfici modulari di grandi dimensioni, le Trasparenze, telai sovrapposti in un gioco di suggestioni ritmiche. Ma i libri, singoli, in piccoli gruppi, o in grandi installazioni sono senz’altro uno dei soggetti preferiti dall’artista.
Un altro aspetto fondamentale del lavoro della Sonnino è l’utilizzo dell’ombra. Attraverso un gioco di vuoti e pieni l’artista crea delle architetture che invadono lo spazio ed entrano in relazione con esso attraverso le ombre che i loro profili creano.

Il titolo della mostra riprende un epiteto coniato da Marcello Venturoli nel 1980 e vuole sintetizzare il processo creativo di Franca Sonnino che durante l’arco di oltre 5 decadi è rimasto immutato. Seppure il lavoro parte da un’idea, quindi ha un’origine mentale e concettuale, viene poi portato avanti dalle mani guidate unicamente dal cuore. Spiega infatti l’artista “Quando inizio un lavoro non so bene in che direzione si svolgerà e soprattutto quando sarà finito. Io non mi faccio domande, è un processo naturale che non è comandato dalla testa, ma piuttosto dal cuore!”

La mostra è accompagnata da una pubblicazione con un testo di Franca Zoccoli, la seconda della serie Portfolio dedicata alle artiste della galleria.
Franca Coen Sonnino nasce nel 1932, a Roma, dove vive e lavora. Laureata in Lettere, intraprende il suo percorso artistico dopo l’incontro con Maria Lai, che la esorta a usare “le mani per fare oggetti inutili, non cose utili”.

Le prime opere sono costituite da dipinti di linee e fitti reticoli. Progressivamente, il filo diventa medium privilegiato nel suo lavoro, sostituendo definitivamente il pennello e dando origine a creazioni contraddistinte da un’originale sintesi di prerogative segniche e spaziali.

Dal 1972 ad oggi, Franca Sonnino è stata protagonista di quasi trenta mostre personali e ha preso parte a circa duecento mostre collettive in tutto in musei e gallerie di tutto il mondo. Nel 2019 il Museo del tessile di Busto Arsizio ha promosso la mostra “Maria Lai e Franca Sonnino Capolavori di fiber art italiana”. Nello stesso espone a Londra nella mostra “Threading Spaces – Nedda Guidi, Elisabetta Gut, Maria Lai, Franca Sonnino”, a cura di Paolo Cortese. Nel 2021 l’artista è stata presentata a Freeze Masters a Londra e ad Atene nella collettiva Histoire d’E part 2 Between language and object presso Gramma_Epsilon Gallery. Seguono l’ampia antologica Thread, Sign, Space al MUACC di Cagliari e contemporaneamente a Gramma_Epsilon di Atene, la partecipazione alla Biennale di Mdna, e la personale a galleria Jochum Rodgers di Berlino. Nel 2024 fa parte del progetto The Different Revolution presentato ad Artissima a Torino e poi a Gramma_Epsilon Gallery ad Atene.

