ANN VOLLUM: TRAME DELL’INCONSCIO E NARRAZIONI RICUCITE
Ann Vollum è una textile artist che opera prevalentemente attraverso tecniche miste di cucitura a mano e l’impiego di materiali di recupero. La sua pratica si caratterizza per un approccio organico, lento e meditativo, fondato sulla valorizzazione dell’artigianalità e della sostenibilità. In essa, il gesto manuale diviene al contempo atto contemplativo e veicolo di memoria. I lavori di Vollum sono narrazioni ambigue e talvolta oscure, emerse dall’inconscio e costruite intorno ai pesi emotivi che accompagnano l’esperienza umana. Queste trame interiori, sospese tra consapevolezza e rimosso, trovano espressione in una iconografia personale, radicata nell’infanzia trascorsa in Africa e nei successivi viaggi in Pakistan e in India. Da tali esperienze deriva la sua profonda fascinazione per la trasformazione della superficie attraverso il pattern, inteso come linguaggio simbolico e rituale di ordine e alterazione.

L’artista mira a catturare l’immaginazione dell’osservatore, sollecitandone la partecipazione attiva e la proiezione di narrazioni proprie all’interno dell’opera. Le sue composizioni, dense di segni e stratificazioni materiche, si fanno spazi di riflessione condivisa, dove la manualità si intreccia con la dimensione psicologica e con quella simbolica. La pratica di Ann Vollum, fortemente radicata in un’etica della sostenibilità e del riuso, riflette una consapevolezza ambientale sempre più rilevante nel discorso artistico contemporaneo. L’impiego di materiali recuperati, lungi dall’essere un mero espediente tecnico, introduce livelli di significato ulteriori, legati alla trasformazione, alla memoria e alla continuità tra vita e materia.

Il procedere meditativo e lento del suo lavoro conferisce alle opere una dimensione di profonda introspezione, invitando chi osserva a rallentare e ad abitare i dettagli, le imperfezioni e le tracce del tempo. Le narrazioni ambigue e oscure che attraversano i suoi lavori creano una tensione poetica tra visibile e invisibile, tra intimità e mistero, evocando nello spettatore emozioni e interpretazioni personali. Le esperienze biografiche dell’artista – l’infanzia africana, i viaggi nel subcontinente indiano, il dialogo continuo con culture e simbolismi diversi – compongono una trama transculturale che si manifesta nella costruzione visiva dei suoi universi narrativi. Tale sincretismo iconografico e formale riflette il percorso personale di Vollum, ma anche la volontà di creare ponti interculturali capaci di generare connessioni empatiche e universali.
La sua pratica testimonia la capacità dell’arte di trascendere confini – geografici, culturali e interiori – per farsi strumento di indagine emotiva e conoscenza di sé, confermandone il ruolo come luogo privilegiato di intersezione tra estetica, etica e introspezione.

Ann Vollum, artista del New Jersey, sviluppa la propria ricerca nell’ambito delle fibre e delle tecniche miste, percorrendo una pratica creativa che spazia dalla pittura e dal disegno a linee alla realizzazione di libri d’artista fino ai tessuti cuciti a mano e alle sculture in fibra. La sua opera si caratterizza per l’incontro tra un approccio artigianale, meditativo e profondamente concettuale e una sensibilità per la sostenibilità, attraverso l’uso predominante di materiali recuperati.

Nata nel 1963 in Zimbabwe e cresciuta in Zambia, Vollum è stata successivamente inviata in un rigido collegio in Inghilterra, esperienza che le ha permesso di sviluppare una forma di ribellione silenziosa. Le sue creature, denominate “Beasties”, emergono dall’inconscio e dalla memoria della prima infanzia, interagendo con figure per lo più ispirate a illustrazioni storiche e iconografie medievali. Queste opere rappresentano un dialogo tra ricordo e immaginazione, tra simbolismo e narrazione personale, diventando tableaux allegorici cuciti a mano su lino naturale o su tessuti tinti in maniera ecologica, che radicano i soggetti in una dimensione organica e naturale.
Parallelamente, Vollum realizza sculture morbide utilizzando tessuti naturali, ecologici o tinti con ruggine, recuperati da precedenti cicli di produzione, evocando terra, boscaglia e maschere africane. Su un registro più giocoso, sperimenta anche con sculture in feltro colorato realizzate a mano bagnato, mostrando la versatilità materica e poetica del suo linguaggio artistico.

Il lavoro di Vollum è stato riconosciuto a livello nazionale e internazionale: ha partecipato al 14C Art Fair Showcase nel 2022 e nel 2023, è stata selezionata tramite giuria per il New Jersey Arts Annual presso il Noyes Museum, per il New Jersey State Museum e per The Gold Standard of Textile and Fiber Art alla Westbeth Gallery di New York. Recentemente, l’artista ha completato una residenza presso la Eileen S. Kaminsky Family Foundation nel New Jersey, rafforzando ulteriormente il proprio dialogo con la sperimentazione tessile e la ricerca concettuale.

La pratica di Ann Vollum dunque è al contempo una riflessione sulla memoria, sul simbolismo e sul rapporto tra uomo e natura, dove la cucitura a mano e l’impiego di materiali sostenibili diventano strumenti di introspezione e narrazione. Le sue opere invitano l’osservatore a entrare in un universo sospeso tra realtà e immaginazione, in cui ogni dettaglio tessile è portatore di significato, generando un dialogo critico ed emotivo tra creatore e osservatore.


