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TRAME DI SIGNIFICATO: L’ARTE DI ANNEKE KLEIN TRA MINIMALISMO E COSCIENZA SOCIALE

| di Barbara Pavan |

Anneke Klein è un’artista tessile olandese che, attraverso trame essenziali e un linguaggio visivo di raffinata sobrietà, esplora in profondità le dinamiche sociali del nostro tempo. La sua formazione da orafa, la passione per la tessitura e l’interesse per l’interazione tra l’opera e l’osservatore e – non ultimo – con lo spazio, l’hanno condotta a sviluppare uno stile personale e riconoscibile, premiato e apprezzato in contesti internazionali.

In questa intervista, Klein racconta il suo percorso creativo, il legame tra gesto minimale e riflessione sociale, e l’evoluzione più recente del suo lavoro, che affronta il bisogno umano di speranza, amore e connessione in un mondo in trasformazione.

Negli ultimi anni, la sua pratica artistica ha ottenuto ampi riconoscimenti sia nei Paesi Bassi che a livello internazionale. Tra i premi più rilevanti si annoverano il Prix Simons alla 10th Biennale Internationale du Lin de Portneuf (2023), presso il Moulin de la Chevrotière, Québec (Canada), e il Premio Speciale di Riconoscimento alla 5th Triennale of KOGEI (2022), tenutasi al 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa (Giappone). La sua opera The Social Diary of the City – A Sustainable Society in Terms and Patterns è stata selezionata per il Social Art Award 2019 a Berlino. Ha inoltre preso parte alla 8th Biennial of Contemporary World Textile Art a Madrid e alla mostra Experimental Fashion & Fiber Art presso il Museo CICA di Seoul. Nel 2020 è stata selezionata per Excellence in Fiber VI al New Bedford Museum of Art (Massachusetts), con il lavoro Dating Site – Expressions of the Inner Desires, premiato con la Medaglia di Bronzo alla 13th International Biennial of Fiber Art di Ivano-Frankivs’k. Quest’opera è stata successivamente selezionata anche per la 6th Triennial Textile Art of Today 2021–2022. Più recentemente, nel 2025, Klein ha ottenuto il 2° Premio alla Biennale d’Art Contemporain de Cachan, presso L’Orangerie – Gallery Theatre di Parigi, e nel 2024 ha ricevuto una Menzione d’Onore alla 13th ABSTRACT della Teravarna Contemporary Fine Art Gallery di Los Angeles.

DATINGSITE – EXPRESSIONS OF THE INNER DESIRES. Installazione, 2020. Materiali: canapa, cotone, seta, lana, lino, acrilico. Dimensioni: 3 arazzi da parete, ciascuno 85 x 135 cm (l x h), dimensione totale 270 x 135 cm (l x h)

Anneke, perché ha scelto il tessile come mezzo espressivo?

In origine mi sono formata come orafa. La mia passione per la tessitura è nata da un conflitto con I materiali duri e freddi: mi sono naturalmente rivolta al tessile per il suo calore e la sua morbidezza.
Dopo un periodo dedicato alla progettazione e produzione di abbigliamento, ho lavorato su commissione per il minimalista americano Richard Tuttle in occasione della sua mostra alla Vleeshal del Frans Hals Museum, e successivamente per Alexis Gautier al Bozar Museum di Bruxelles. Dopo queste esperienze, ho iniziato a sviluppare uno stile personale per opere tessili da parete.

Come orafa, ho imparato a esprimermi in miniatura — un approccio che mi si addice e che continua a influenzare il mio lavoro tessile. Non nel senso di arte tessile in miniatura o micro, ma attraverso elementi di piccola scala che contribuiscono a creare ritmo e ripetizione.

Ad esempio, in Dating Site, esploro i desideri interiori creando 726 loghi (ognuno di 6 x 4 cm), presentati in un formato che richiama il linguaggio visivo delle piattaforme di incontri online. Ogni logo rappresenta la mia interpretazione personale di qualcuno che conosco o che incontro casualmente.

Le tue opere utilizzano una palette cromatica limitata: bianco, nero e colori naturali. È una scelta estetica o ha un significato più profondo? Come ti rapporti al colore?

Gran parte del mio lavoro si basa sulla tecnica base della tela semplice, in una struttura aperta e trasparente. Così come nel mondo che mi circonda, incorporo una varietà di forme, texture e strutture. In questo modo, guardo alla vita quotidiana attraverso una lente simbolica, che a sua volta stimola in me una consapevolezza sociale.
I colori evocano emozioni e possono risultare troppo direttivi. Evitando i colori accesi, evito anche di limitare la risposta emotiva dell’osservatore. Uso il colore con parsimonia — solo quando serve a uno scopo più profondo o aiuta a enfatizzare un’idea essenziale, come ad esempio il rosso nella serie Prospects for Love.
In generale, mi concentro su toni morbidi, strutture e texture per creare un linguaggio visivo personale che rimanga libero e aperto all’interpretazione.

Serie SELFIE (1999 – 2021)
Serie SELFIE (1999 – 2021)
Serie SELFIE (1999 – 2021)

Le tue installazioni sembrano interagire con l’ambiente circostante. Diresti che anche gli spazi diventano parte integrante dell’opera?

Sì, assolutamente. Scegliendo tessuti trasparenti come base del mio lavoro, cerco di stimolare un’interazione con l’ambiente che li ospita. Questo include lo spazio espositivo, le relazioni tra le singole opere e l’interazione con il pubblico.

Questa interazione influenza lo sviluppo dei miei temi — per esempio nell’installazione RT-L: Connections Through Simplicity, in cui esploro la liberazione da categorie e classificazioni rigide. Il dialogo tra le quattro opere e l’ambiente in cui sono collocate gioca un ruolo cruciale, spinto dal desiderio di andare oltre le convenzioni e sfidare i comportamenti radicati.

Considero un dono poter esporre in luoghi dotati di un’energia propria. Invece di contrastarla, accolgo la sfida di trovare una coesione tra spazio e opera — scoprendo connessioni inattese e nuove narrazioni.
La mia opera Transient, che esplora il tempo e la mortalità, si inserisce naturalmente nell’atmosfera di un’antica fabbrica. Al contrario, la serie Selfies — che mette in discussione ciò che scegliamo di mostrare di noi stessi — ha trovato un’armonia sorprendente esposta contro il muro logorato di un ex silo per cereali. Questi abbinamenti creano momenti di scoperta e meraviglia.

Serie RT-L 2019-2023
TRANSIENT, senso del tempo e della mortalità (2022) dettaglio installazione di 11 figure umane in varie fasi di robustezza, disposte su una base composta da 70 km di filo, da cui sembrano emergere o scomparire. Il numero 11 richiama il concetto di infinito: la ripetizione dell’1 come simbolo di un nuovo inizio. I 70 km di filo rappresentano la speranza di vita media globale, pari a 70 anni. Materiali: lana, seta, cotone, canapa, lino, poliestere, pelliccia, pizzo, legno e ferro. Dimensioni: 300 × 500 × 220 cm

Cosa desideri di trasmettere al pubblico attraverso il suo lavoro?

Come accennato, spero che la mia esplorazione dei temi sociali inviti l’osservatore al riconoscimento, alla riflessione e alla consapevolezza. Mi considero un’artista autonoma e indipendente; il mio lavoro è un’espressione personale del mio mondo. Attraverso di esso, desidero creare e comunicare significato.

I miei titoli hanno spesso un significato più profondo, e molti spettatori apprezzano i testi di accompagnamento che offrono ulteriori contesti o spunti interpretativi.

Ad esempio, in The Social Diary of the City, indago l’idea di una società sostenibile attraverso il linguaggio e i motivi visivi. Il progetto si sviluppa in 365 giorni, divisi in quattro trimestri di 13 settimane. Ogni giorno ho tradotto un’impressione o esperienza sociale in un singolo termine, che è poi diventato la base per un pattern visivo. Questo processo documenta le dinamiche sociali in mutamento, la pressione sulla coesione sociale e le interazioni personali — tutto organizzato in una griglia visiva strutturata.

Oltre alle opere tessute e ricamate, il progetto include un documento che elenca i 365 termini, che costituiscono la base concettuale dei pattern. Questi sono stati tradotti anche in inglese, spagnolo, coreano e italiano per le mostre in Massachusetts, Madrid, Seoul e alla Biennale Internazionale di Fiber Art Contemporanea di Valtopina in Italia. Il processo di traduzione stesso è diventato un momento di riflessione — per garantire che l’essenza emotiva di ogni termine venisse mantenuta.

Se un osservatore è attratto da un pattern particolare e si sente spinto ad associarlo a proprie impressioni o idee, credo che ciò possa portare a riconoscimento, introspezione e a una maggiore consapevolezza del proprio posto in una società sostenibile.

Ci sono artisti o movimenti che ti hanno ispirata o con i quali senti una particolare affinità?

Trovo grande ispirazione nel movimento ZERO degli anni Sessanta. Invece di costruire su stili preesistenti, proponevano di partire da una “pagina bianca”. Questa filosofia risuona profondamente con la mia pratica — lasciare andare le tecniche tradizionali come damasco, gobelin, ikat, quilt o merletto. Al contrario, uso la tecnica più semplice, la tela, come punto di partenza.

Nonostante la sua semplicità, la tela offre infinite possibilità di connessione — un potente simbolo in sé. Da lì, “ricamo sopra”, seguendo il sentimento e l’intuizione, come facevano artisti come Jan Schoonhoven e Piero Manzoni del periodo ZERO, o come nelle opere astratte di Sean Scully.

Forma e texture, peso e densità, ritmo e ripetizione — sono questi gli elementi con cui dò significato all’espressione minimalista. Ho sviluppato questa sensibilità durante la collaborazione con Richard Tuttle, dove ho imparato ad apprezzare il gesto minimo, delicato, talvolta perfino sensuale.

SOCIAL DIARY OF THE CITY_a sustainable society in terms and patterns_2019_dimensioni: 280×160 cmMateriali: canapa, lino, cotone, lana, seta, colori acrilici
SOCIAL DIARY OF THE CITY a sustainable society in terms and patterns 2019 dettaglio dimensioni: 280×160 cm Materiali: canapa, lino, cotone, lana, seta, colori acrilici

Oggi esistono nuove possibilità grazie a materiali e tecnologie innovative — come le bioplastiche o i telai Jacquard digitali. Queste innovazioni influenzano il suo lavoro?

Naturalmente seguo le innovazioni in termini di materiali e tecniche, ed è straordinario ciò che si può esprimere attraverso di esse. Tuttavia, per ora rimango minimalista e, come tessitrice manuale, mi sento ancora attratta dalla trama più semplice: la tela. Per quanto riguarda i materiali, preferisco quelli sostenibili, filati naturali di origine olandese come la canapa o il lino, da usare come base.

1TAKE ME HOME, all that noise in my head installazione composta da 3 tessuti trasparenti tessuti a mano, che rappresentano 528 problemi raffigurati in modo astratto, simboleggiando la complessità e la molteplicità. La ricerca mentale è mostrata alternandosi su 320 basi chiuse in cartone, ciascuna rappresentata come un individuo. Materiali: lino, seta, lana, cotone, cartone, pittura acrilica. Dimensioni: ogni elemento in cartone 6 (l) x 10 (h) cm, ogni tessuto 80 (l) x 195 (h) cm, dimensione totale 360 (l) x 200 (h) cm

Mi racconti il tuo lavoro più recente?

A metà 2024 ho iniziato a riflettere sull’impatto che vedo intorno a me, causato dai cambiamenti del mondo, e ho avviato una serie intitolata Prospects.

Sempre più persone subiscono gravi difficoltà e sofferenze. A volte, la speranza può sembrare un’illusione lontana. Eppure, è proprio la speranza ciò che può ancora realizzare i sogni. Il minimo che si possa fare nella vita è capire cosa si spera, e il massimo è vivere dentro quella speranza. Vivere veramente in essa, sotto il suo tetto: essa offre un cuscinetto contro la disperazione. Da qui nasce Prospects for Hope: avere prospettive dà pace, la speranza dà coraggio e forza—insieme ci aiutano a restare ancorati alla realtà.

Sto ora concludendo la serie Prospects for Love, in cui rappresento forme di amore incorniciato con l’intento che possa fluire nell’osservatore stesso. Tutto inizia con l’amore per sé, ma l’essere umano non può esistere senza l’amore di un altro. Ci aspettiamo quindi di essere trattati con amore: gentilezza, affetto e rispetto. Come possiamo rendere questo realistico e non utopico?

Forse la soluzione è lavorare verso un non-attaccamento nell’amore e lasciar andare le aspettative. In questo modo, non imponiamo più limiti a noi stessi o al tipo di amore che incontriamo. Rispettiamo l’altro e lasciamo che l’amore fluisca, senza confinarlo.

Il prossimo capitolo sarà Prospects for…

Serie PROSPECTS FOR LOVE (2025)rappresentazione di 441 forme di amore incorniciato, con l’intento che fluisca nell’osservatore stesso. Materiali: cotone, canapa, seta, lino, lana, vernice acrilica. Dimensioni: 9 elementi di 42 cm (h) x 42 cm (l), dimen sione totale 146 cm (h) x 146 cm (l).
Serie PROSPECTS FOR LOVE (2025) dettaglio rappresentazione di 441 forme di amore incorniciato, con l’intento che fluisca nell’osservatore stesso. Materiali: cotone, canapa, seta, lino, lana, vernice acrilica. Dimensioni: 9 elementi di 42 cm (h) x 42 cm (l), dimensione totale 146 cm (h) x 146 cm (l).