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ERNESTO NETO: NOSSO BARCO TAMBOR TERRA

Dal 6 giugno al 25 luglio 2025, il Grand Palais di Parigi ospita Nosso Barco Tambor Terra, una monumentale installazione dell’artista brasiliano Ernesto Neto, realizzata con uncinetto intrecciato a mano, corteccia, terra e spezie.

Vue de l’installation Nosso Barco Tambor Terra, Ernesto Neto © GrandPalaisRmn 2025 Photo Didier Plowy

Prodotto dal GrandPalaisRmn in collaborazione con il MAAT – Museo d’Arte, Architettura e Tecnologia, il progetto si inserisce nel contesto della Stagione Brasile–Francia 2025.

Concepito come un ambiente immersivo, attraversabile e abitabile, l’intervento si propone come uno spazio multisensoriale che manifesta una profonda connessione con la natura. L’opera esplora la continuità tra il corpo umano e il corpo della Terra attraverso la manualità, l’impiego di materiali organici e l’utilizzo di tecniche ancestrali.

Nosso Barco Tambor Terra si ispira all’impatto storico della navigazione e del viaggio marittimo, pratiche che hanno trasformato le relazioni tra popoli e territori. Neto rielabora simboli e immagini connessi a queste storie collettive, traducendoli in una dimensione rituale e partecipativa mediante una “architettura porosa”.

Vue de l’installation Nosso Barco Tambor Terra, Ernesto Neto © GrandPalaisRmn 2025 / Photo Didier Plowy

L’installazione include un’ampia serie di strumenti musicali provenienti da tutto il mondo e prevede attivazioni periodiche: in questi momenti, il pubblico è invitato a entrare nell’opera e a suonare i tamburi nascosti al suo interno. L’artista evoca così, attraverso ritmi e pulsazioni condivisi, la possibilità di una comunicazione universale fondata sulla pluralità culturale.

Ernesto Neto, Nosso Barco Tambor Terra, 2024. Vue du vernissage au MAAT, Lisbonne. © El-Hey, avec l’aimable autorisation de l’artiste et de la Fondation EDP.

Il progetto propone inoltre una programmazione di attività collaterali pensate per coinvolgere il pubblico: concerti, laboratori e incontri tematici dedicati ad adulti e bambini, che offriranno l’opportunità di approfondire i principali nuclei di interesse dell’artista – dalla musica ai tessuti, dalla storia brasiliana alle questioni ambientali. Un caffè brasiliano, attivo nello spazio espositivo, completerà l’esperienza offrendo un luogo di ristoro e socialità.

 

Vue de l’installation Nosso Barco Tambor Terra, Ernesto Neto © GrandPalaisRmn 2025 / Photo Didier Plowy
Ernesto Neto, Nosso Barco Tambor Terra, 2024© Joana Linda, avec l’aimable autorisation de l’artiste et de la Fondation EDP.

I visitatori potranno accedere liberamente o scegliere di essere accompagnati da mediatori e artisti, che li guideranno in un percorso esperienziale.

Ernesto Neto

Ernesto Neto nasce a Rio de Janeiro nel 1964, città in cui tuttora vive e lavora. La sua pratica artistica si fonda su un’indagine delle relazioni: tra materiali, forze fisiche e soggetti viventi. In questo universo interconnesso, elementi come la gravità e l’equilibrio assumono un ruolo centrale, diventando mediatori invisibili che guidano l’interazione tra opera e spettatore.

Ernesto Neto, Nosso Barco Tambor Terra, 2024 © Bruno Lopes, avec l’aimable autorisation de l’artiste et de la Fondation EDP.

Profondamente influenzato dall’eredità del Neoconcretismo brasiliano, ma anche dai linguaggi del Minimalismo e dell’Arte Povera, Neto concepisce la scultura come una pratica espansa, capace di incorporare il tempo, la materia organica e la presenza del corpo. Per l’artista, il corpo è al tempo stesso soggetto politico e veicolo sensibile, punto di incontro tra esperienza individuale e dimensione collettiva. Le sue installazioni evocano spesso forme biomorfe o organismi viventi, generando spazi avvolgenti che stimolano una percezione polisensoriale, invitando alla partecipazione e alla contemplazione.

Negli ultimi anni, la sua ricerca si è orientata verso un uso sempre più consapevole di materiali naturali – cotone grezzo, legno, foglie, spezie – e verso una dimensione spirituale del fare artistico, inteso come pratica meditativa e rituale. In questo percorso, l’opera diviene un dispositivo per ristabilire un legame profondo tra l’essere umano e la dimensione sacra della natura.

Ernesto Neto, Nosso Barco Tambor Terra, 2024 © Bruno Lopes, avec l’aimable autorisation de l’artiste et de la Fondation EDP.

L’artista ha esposto in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Centro Cultural La Moneda di Santiago del Cile (2020), la Pinacoteca de São Paulo (2019) e il MALBA di Buenos Aires (2019), con il progetto Blow. Nel 2018 ha realizzato GaiaMotherTree presso la stazione centrale di Zurigo, in collaborazione con la Fondation Beyeler, mentre nel 2016 ha presentato Boa al Kiasma di Helsinki e Rui Ni / Voices of the Forest al Kunsten Museum of Modern Art di Aalborg. Al 2015 risale l’importante collaborazione con la comunità indigena Huni Kuin, sfociata nella mostra Aru Kuxipa | Sacred Secret presso la TBA21 di Vienna. Altri progetti significativi includono The Body That Carries Me al Guggenheim di Bilbao (2014) e Haux Haux all’Arp Museum Bahnhof Rolandseck di Remagen (2014).

Neto ha inoltre partecipato a numerose biennali internazionali, tra cui quelle di Venezia (2001 e 2017), Lione (2017), Sharjah (2013), Istanbul (2011) e San Paolo (1998 e 2010), consolidando una presenza costante nel panorama artistico globale. Le sue opere fanno parte di alcune delle più importanti collezioni museali del mondo: dal Centre Pompidou di Parigi al Guggenheim e al MoMA di New York, dal SFMOMA di San Francisco al Reina Sofía di Madrid, dalla Tate Modern di Londra all’istituzione brasiliana Inhotim, fino alla TBA21 di Vienna.